Benvenuti nel blog di Flavia Gordon, una ragazza bizzarra, perennemente legata ai suoi sogni. E' difficile descriverla, definirla a parole. In questo blog, però, lei si sfida. Sfida sé stessa a mostrare qualcosa di sé. Cosa aspetti ad entrare nel suo misterioso mondo?

martedì 23 agosto 2011

Voglio diventare più forte. / o sono già


Le amicizie finiscono così come gli amori. Penso non ci sia nulla di diverso o di infinito in questo mondo. Però, a volte, quando si conosce una nuova persona, si tende a pensare che lei o lui starà sempre al tuo fianco, che quell'amicizia durerà. Invece, non è quasi mai così. Sento le opinioni di molte ragazze, le quali credono che l'amicizia sia, in un certo senso, migliore dell'amore. Come se fosse superiore e non portasse sofferenze. Ma per me non è così. Anche l'amicizia mi fa sentire debole, ad un certo punto. Perché è più facile essere ferita e forse anche essere tradita, rispetto a quanto succede in amore.


Il dolore mi fa male, da qualunque delle due cose sia provocato. Non so se isolarmi dagli altri mi porterà a stare meglio, per questo preferisco non farlo. Dovrei solo trovare il modo per diventare più forte. Voglio liberarmi di questa assurda fragilità che mi porta sempre a sbagliare! Vorrei poter far del male a qualcuno senza avere sensi di colpa e poter reagire positivamente ad ogni sconfitta. Quando? Quando ci riuscirò?

martedì 12 luglio 2011

~ Iℓ divario che ci separa.

Sento un dolore inalienabile nel profondo del mio animo, come se qualcuno mi stesse strappando il cuore a morsi. Voracemente. Le braccia mi tremano, il nervosismo si fa sentire. Rifiuto qualsiasi aiuto; voglio star sola con il tuo ricordo. Eri dolce, come marmellata di fragole fra le dita. Eri imprevedibile come il mare terso con le sue onde. Eri semplicemente tu, una favola di cui rimembro semplicemente poche parole. Non riesco a comprendere il tuo cinico distacco e la mia ostinazione nell'inseguirti, come le nuvole inseguono il sole per privarlo della sua brillantezza. Ma io non voglio oscurare nulla di te: né le tue nivee gote, né il tuo sguardo bonario, né la bontà del tuo animo inquieto. Vorrei soltanto placare il tuo male di vivere. Darti amore e amore. Ora e ancora. Ancora per molto. Ti seguirò, ovunque tu vada. I'll go wherever you will go. Non ti lascerò mai appassire, mia fragile peonia bianca. Ti terrò fra le dita e sorriderò fra le lacrime che tu stessa mi provochi. Sorriderò nel dolore, perché non c'è nulla di peggiore che stare lontana da te.


Koishiteru.


Flavia.

mercoledì 6 luglio 2011

Finalmente viva. Ma a 18 anni.

Sono questi i momenti in cui mi ricordo di avere un blog. Uno spazio personale, uno spazio virtuale, uno spazio che non ho nella vita reale. Proprio per questo motivo mi trovo in questa realtà fasulla. Se andasse tutto bene, ma è illogico che tutto possa andar sempre bene nella vita, non starei qui. A parlare di me. Di ciò che mi piace e non mi piace. Di ciò che mi fa soffrire e non mi fa soffrire. In verità, la mia vita "reale" per così dire mi sta stretta. E proprio ora che sono le vacanze estive e un genitore che abbia un minimo di comprensione capirebbe che sua figlia vuole uscire, viaggiare, godersi un po' la vita... mi ritrovo a trascorrere giornate intere chiusa in casa. Oppure in questo paesino di merda. Con un paio di coglioni nelle orecchie che ripetono, come un ritornello ormai perpetrato nella memoria, "Quando hai 18 anni vai dove ti pare". Ma chiudete il becco. Tanto non m'illudo che quando avrò 18 anni cambierà qualcosa. Perché? Semplicemente perché i miei genitori vogliono tenermi al collare, come un cane da caccia che non sa reprimere la sua aggressività. Ma io mi sono rotta il cazzo, non voglio essere protetta da nessuno. Io sono io. Ho il diritto di vivere la mia vita, le mie esperienze. Fuori da questa casa. Perché la mia vita non è un fottuto paese semideserto abitato da semimbecilli, la mia vita è altro, è altrove e nello stesso tempo è qui. Le esperienze voglio scegliermele io. Un altro anno e un mese e potrò farlo, o almeno provarci, finalmente in grazia di Dio.
Aspetto con ansia i miei 18 anni. Solo allora potrò dire di essere una donna felice.





Questo era il mio pesciolino, si chiamava Leone. E' deceduto da poco, quindi voglio che tutti voi lettori mi facciate le condoglianze. Era tanto carino con quelle guanciotte paffute. Mi mancherà, sigh.





 Buon Compleanno Carmen! *__*

 


Ci sono cose che non si possono prevedere. Anzi, a dire il vero, nulla si può prevedere. Però, lo si sente. Quando qualcosa sta cambiando, intendo. Quando qualcosa inizia a prendere forma, a profilarsi nel proprio animo. All’inizio è difficile accorgersi che una persona sta diventando importante. E poi passa il tempo e ci si rende conto che la sua presenza è necessaria. Ed è proprio ciò che è successo fra me e te. All’inizio, ammetto che quando ci siamo conosciute ero in un periodo in cui volevo evitare a tutti i costi i rapporti con gli altri, o quantomeno ridurli quanto più possibile. Avevo paura di affezionarmi, di subire ulteriori delusioni. Forse all’epoca avevo un po’ più timore di quanto ne ho oggi. Però, c’è una cosa che ho capito: di tutte le persone che vanno e vengono dalla mia vita, poche ritornano. E’ vero che tu non te ne sei mai andata e credo che mai lo farai, ma anche se tu lo facessi, sono certa che ritorneresti. Non perché sono così speciale o indispensabile per te. O forse sì. Ma non è questo il punto. Torneresti perché mi vuoi bene e sai quanto sono solitaria, lunatica, pigra e perfino un po’ orgogliosa. Sai che cerco continuamente di proteggerti, di tenerti al mio fianco, anche se forse non ce n’è bisogno, perché c’è qualcosa di invisibile che ci lega: il filo rosso del Destino. Oggi è il tuo compleanno, ma non voglio farti nessuna sorpresa, nessun regalo. Lo troverei ridicolo, e sai perché? Perché se io lo facessi, ammetterei che sei più importante per me oggigiorno che tutti gli altri giorni in cui ci siamo parlate. Non voglio essere una di quelle persone che si ricorda di te solo il giorno del tuo compleanno. Tuttavia, se adesso ti sto scrivendo, c’è un motivo ben preciso: mi ritrovo immersa nei ricordi e proprio perché un tempo questo fu il giorno della tua nascita, non posso fare a meno di riflettere. Da quando sei entrata nella mia vita, penso di essere cambiata e in meglio. Mi hai resa più forte, in un certo senso, più consapevole di me stessa. Ho scoperto quanto l’affetto possa avvicinarsi all’amore… e di quanto, in fondo, io ti ami. Ti amo perché dire che ti voglio bene sarebbe troppo poco. E perché l’amicizia è una strana forma d’amore per me e sei stata tu a ricordarmelo. E’ stata una cosa che mi ha scossa, lo ammetto, non pensavo che questo legame potesse diventare così forte. Non ti lascerò mai, Carmen. Ti verrò a trovare un giorno, mia cara lucana. Ti stringerò forte tra le mie braccia e piangerò fra le tue. Sei una delle poche persone grazie alle quali oggi posso dire con fierezza che è bello vivere. E’ bello vivere Carmen, perché tu esisti. Non lasciarmi mai.

Tua Flavia.



 
P.S. Divertiti oggi X°°D Spacca il culo a tutti! *___*

lunedì 13 giugno 2011

Proud to be Gay!



L'11 Giugno 2011 a Roma si è tenuto l'Europride ed è stata una giornata per me e per tanti altri memorabile. Un grido, un inno alla libertà individuale, all'uguaglianza non più solo formale si è espanso per tutta la capitale e forse anche al di fuori di essa, dato che il supporto di noi giovani blogger, utenti di Facebook, Twitter, Tumbrl e altri social network non è mancato. Un giorno intero dedicato all'orgoglio gay ci voleva proprio, data l'indifferenza del ceto politico e della Chiesa nei nostri confronti. E' stata una vera e propria manifestazione di civiltà e di intolleranza all'omofobia, alla violenza con cui omosessuali, bisessuali e transgender sono disprezzati, aggrediti e ostinatamente rifiutati. Non sono mancate certo le polemiche nei giorni precedenti, soprattutto da parte della Chiesa cattolica sull'apparizione di Lady GaGa, popstar americana di origini italiane, a causa dei suoi video (come Alejandro o Judas) spesso provocatori nei confronti del clero. Nonostante ciò, Lady GaGa si è presentata con un abbligliamento non particolarmente vistoso rispetto al solito, con una sobria parrucca celeste, una gonna firmata Donatella Versace e un paio di enormi occhiali da sole. Suona e canta due canzoni, la famosissima "Born this way", divenuto ormai un inno a favore della libertà d'amare e la meno nota "The edge of glory". Ma ciò che colpisce della nuova star del pop è il suo lungo, chiaro e strabiliante discorso, che ottiene un ampio e diffuso consenso. Oltre all'entusiasmante esibizione della cantante, un milione di gay, lesbiche, bisex ed etero provenienti da ogni parte d'Europa hanno invaso la piazza, chi con abiti nuziali recitando un matrimonio, chi alzando in aria striscioni e cartelli che richiamano l'attenzione sul bisogno di ottenere gli stessi diritti di ogni altro cittadino italiano.
Dal mio canto, sono speranzosa in una maggiore apertura da parte delle Istituzioni, affinché il nostro Paese divenga un posto sereno in cui possono convivere diverse realtà tutelate dalla legge, proprio come afferma la nostra Costituzione.









Ecco il discorso di Lady Gaga all’Europride 2011 di Roma:
“La prima volta che mi sono avviata in questo viaggio artistico e musicale ero una semplice donna americana, ero figlia di una 2 generazioni di americani. Non sapevo ancora la passione e il fervore per le uguaglianze e la giustizia sociale che mi sarebbe cresciuta dentro dal profondo del cuore. Mano a mano che mi sono avvicinata a voi con la danza, l’arte e la moda, la celebrazione della nostra individualità mi è apparso chiaro che la mia più grande missione era di diventare parte della mobilitazione della comunità Lgbt. Oggi e ogni giorno noi combattiamo per la libertà per la giustizia, chiediamo compassione comprensione e sopratutto vogliamo piena uguaglianza ADESSO!
Sono arrabbiata come tanti di voi oggi ma noi dobbiamo trasformare questa piazza italiana in una vera e propria piazza elettrica. Dobbiamo dare prova della nostra rabbia della nostra pena ma questo ci deve rende più forti, oggi, nel proclamare la difesa dell’amore. Per alcuni governi i diretti non sono una priorità sociale, sono ambigui. Nel mio Paese la trasparenza della democrazia è diventata confusa in seguito a procedure politiche. Navigo su Google, Internet per cercare questa verità politica, questa giustizia sociale. Io voglio vedere, come voi, le argomentazioni e parte di questo dibattito della democrazia, voglio avere voce in capitolo in questo dibattito.
In Usa si possono celebrare diritti dei gay ma in qualche modo il problema politico esiste sempre. Ma adesso parliamo di Europride. Alzate le mani, voglio vedervi tutti… Non è una festa o manifestazione pacifica ma noi siamo qua per difendere l’amore. Voglio dire grazie a tutti colori che sono qui in questa bellissima piazza: Ciao Roma! Mi sono svegliata stamattina nel mio albergo ho dato un’occhiata a questa città bellissima e subito ho iniziato a sentire i mashup di Paparazzi, Judas e Born This Way… Grazie grazie tantissimo per aver permesso alla mia musica di far parte di questa manifestazione. È un onore per me essere qui oggi. A tutti gli organizzatori dell’Europride che combattono per i diritti Lgbt , voglio dire grazie Grazie, abbiamo bisogno di voi! Bravo Alemanno, lo ringraziamo per aver coordinato questo evento che ci ha consentito di essere qui oggi per celebrare tutto pacificamente.
Per me è un onore essere qui inoltre e vorrei ringraziare Donatella Versace. Lei ha praticamente realizzato questo vestito sul palco. Ho un abito dell’ultima collezione di Gianni Versace. Guardo nella folla e vedo che ci sono così tanti cittadini europei che lottano per la loro libertà, Per quei diritti che in molti paesi sono ancora illegali. Viaggio molto nel mondo, stringo loro la mano e voglio dire che è il vostro coraggio che mi ha ispirato. Le storie di tutti i miei carissimi fans, soldati, dei senzatetto, di coloro che cercano di perorare la causa dei diritti della comunità Lgbt, queste sono le storie e devono essere raccontato al mondo, le storie che hanno cambiato il mondo e che hanno parlato a difesa dell’amore.
Noi siamo qua oggi non certo perché non abbiamo meno valore! Siamo qua per proclamare la nostra forza e la nostra intelligenza. Non vogliamo essere trattati se non da essere umani. Il 26 giugno 1969 nel West Village è nato il movimento gay: noi eravamo tutti insieme quella notte come eravamo qui questa sera per la solidarietà. Siamo qui per riunirci insieme. E lo dico ancora una volta: dobbiamo andare avanti nella difesa dell’amore. Siamo qui insieme per chiedere e difendere diritti umani, per porre fine alla discriminazione e all’intolleranza. Abbiamo fatto tanti progressi progressi anche per la visibilità Lgbt, abbiamo fatto tanto contro la violenza e l’omofobia.
Ho parlato di queste cose in tutto il mondo, ho sempre ricordato queste versioni e mi viene chiesto perché parli così tanto dei gay. Mi chiedono “Perché sei così gay?” Perché mi fanno queste domande? Perché è così importante questa cosa per te? Io sono figlia della diversità. Sono una della generazione che sente obbligo morale di esercitare questa potenzialità rivoluzionaria e fare del mondo un mondo migliore. E, su una scala “gay” da uno a 10, io sono una Judy Garland di 42 (icona gay storica), Sono consapevole del fatto che molti governi non consentono ai concittadini di avere questi consensi per me è terribile. C’è censura nella comunicazione e vorrei dire che in qualche modo queste barriere dobbiamo abbatterle . Conosco tante storie e spero che possano sempre essere messe più in luce. Noi del resto siamo fatti e nati così.
È la quantità di queste storie che hanno subito tanta discriminazione non permettono alla gente che la diseguaglianza è un effetto che ancora si sente adesso e in futuro. Vorrei nominare alcuni governi: Lituania, Russia, Polonia, Budapest, Libano, i Paesi del Medio Oriente. Non c’è un unico esempio di paese o legge per parlare degli effetti e della gente che arriva a gesti estremi per queste forme di isolamento: arrivano anche al suicidio. Io sono qui oggi, non solo perché sono una donna, ma perché cittadina europea. E chiedo ai governi di fronte al mondo di facilitare il nostro sogno di uguaglianza: Aiutateci a trovarci insieme nella pace, non divideteci!
So delle religioni, ho rispetto a chi crede ma credo che sia importante rivendicare il cambiamento, riconoscerlo. Sono tante le questioni sociali, reali, serie. E io credo che in qualche modo tutto questo non debba avere un effetto nefasto sull’uminità. A volte i Presidenti dei governi sono così influenti… noi siamo qui perché spero riescano a capire che noi Lgbt non abbiamo accesso al dibattito politico. Lottiamo per la nostra identità. Quanto arriverà il giorno del nostro matrimonio, il giorno in cui porre fine a questa discriminazione? Come trasformare l’oppressione del passato nella liberazione del futuro? Facciamo nascere una nuova ideologia internazionale, siamo insieme per riassumere la nostra storia, lo vogliamo fare oggi. Dobbiamo essere rivoluzionari, farci voce dell’amore, della potenza umana, essere forti, per salvare vita e incoraggiare unità in tutto il mondo. Grazie!”

mercoledì 1 giugno 2011

Cara Carmen,
sono sincera: non sono come iniziare questa lettera. Sappi che per me è uno sforzo enorme mettere per iscritto tutto ciò che provo per te, perché per me è completamente indefinibile. Ricordo e sono certa che ricordi anche tu il giorno in cui ci siamo conosciute. Più che i particolari mi sono rimasti impressi i miei stati d'animo e la mia sensazione di perdizione, di totale sconfitta di fronte al Destino. Ero afflitta e non avevo voglia di ricominciare. Sapevo solo che era sempre la stessa storia. Vivevo un amore di cui me ne volevo liberare, consapevole come ogni emozione fosse giunta ormai al capolinea. Quell'amore forse era già finito, almeno per me. L'angoscia, tuttavia, permaneva nel mio cuore stanco, forse anche pigro, perché non avevo più voglia di cercare la gioia e di trovare il dolore. Eppure quella sera c'eri tu. Ti parlavo perché ne avevo voglia senza chiedermi nulla, forse la mia mente era già affogata nei pensieri. Sei stata il mio ossigeno, una boccata d'aria dopo la discesa agli abissi, un riemergere dopo aver toccato il fondo. L'idea di sentirti vicina si è impossessata di me al trascorrere dei giorni. Mi sentivo protetta, anche se non potevo stringere la tua mano. Eppure, anche solo immaginare il tepore della tua rosea pelle mi fa ancora sorridere, proprio come allora. Quanto tempo è trascorso? Sei ancora qui, come mi avevi promesso. Ho sempre avuto paura che tu mi abbandonassi, come hanno fatto altri, perché non sono perfetta o forse è meglio dire che sono troppo imperfetta rispetto a te. Ho temuto che potessi stancarti di me, che potessi arrabbiarti a causa del mio carattere. Beh, invece in un modo o nell'altro finora mi hai sopportata. So benissimo che non te ne rendi minimamente conto, eppure hai fatto e fai ancora tanto per me. Sono semplicemente fiera di averti conosciuta, sei una ragazza fantastica, anzi una grande donna, una donna coraggiosa come poche. Ti amo Carmen. Mi scuso con te se sono spesso assente, se sembro continuamente impegnata, se ti do l'impressione di non avere tempo per te. Posso solo dirti che non è vero e che farò il possibile per essere più presente, perché voglio renderti felice. Grazie d'estistere, perché quando ci sei è tutto profondamente diverso, bello, intenso, magico. Grazie d'essermi amica e di riempire la mia giornata con i tuoi sereni sorrisi e le tue improvvise pazzie. Sono felice e tutto questo è merito tuo.

Ti voglio bene e ricorda che sarò sempre al tuo fianco... Te lo prometto.

Love

lunedì 2 maggio 2011


Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l'inganno estremo, 
ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, né di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto 
poter che, ascoso, a comun danno impera, 
e l'infinita vanità del tutto.
<< Giacomo Leopardi >>
Amor Gaio 

Malinconica sera di pioggia in solitudine, o nell'otium. In compagnia di libri -non scolastici- che vedo solo durante il finesettimana. In compagnia di fogli su cui scrivo strani versi, persuasa della loro nefandezza. Eppure mi sento bene, come se questa fosse da sempre la mia strada. Desidererei scrivere ogni dì, vivere di poesia e morire per la poesia, benché possa sembrare assurdo. Conservo persino i giornali che leggo, se ci sono frasi che mi colpiscono in qualche articolo. Mi sento libera e fiera di me, come blogger antitradizionalista e anticonformista, ora che i blog iniziano a sentire il loro primo e rapido declino, soppiantati dai social network, talvolta di dubbia utilità, fra i quali Facebook. Sono ancora giovane e povera di idee per costruire un romanzo e troppo poco ricca per distribuire risorse ai bisognosi. Dunque, ho deciso di dare vita ad una rubrica, di quelle che si leggono sulle riviste, alla quale ciascuno può scrivere. Amor Gaio, si intitola così. Ho voluto crearla per coloro che sono da generazioni e generazioni << calpesti >> e << derisi >>. Senza che si siano macchiati di alcuna colpa, senza essere truffatori, violenti o omicidi. Additati per la loro diversità naturale, aggrediti verbalmente -e non- con una brutalità inaudita. Di chi sto parlando? Degli omosessuali, ovviamente. Vittime della più "naturale" e diffusa ostilità, di disumano isolamento dovuto alla mancanza di adesione ai "principi" della religione cattolica, cioè il matrimonio, una famiglia costituita da persone di sesso opposto, ecc. troppe volte si tace in proposito. L'Italia è una realtà dominata dall'omofobia, purtroppo è la verità. E' un Paese retrogrado e maschilista, dove per donne, omossessuali e transessuali non c'è posto. Tante volte si sente dire con estrema ipocrisia: << Io i gay li accetto, ma non li condivido >>. Cosa diavolo significa? Credo che certe persone, anziché fare affermazioni così assurde, farebbero meglio a star zitte. La rubrica che ho deciso di aprire ha lo scopo di risolvere i traviamenti amorosi di ogni lettore. Come fare? Basta mandare un'email all'indirizzo: Amorgaio@hotmail.it. Semplice, no? Io stessa provvederò a rispondere a tutte le email e ogni finesettimana quelle che mi colpiranno maggiormente saranno pubblicate in questo blog, dopo aver ottenuto il consenso del mittente. Insomma, questa rubrica vuole mostrarsi come un aiuto a coloro che si sentono confusi o che sono afflitti da atroci sofferenze. Vuole rivolgersi in particolar modo ai giovani, ma non c'è alcun limite di età! Cosa aspetti a scrivermi? Basta un click!


<< Dai parole al dolore. 
Il dolore che non parla sussurra al cuore oppresso,
e gli ordina di spezzarsi >> 

<< William Shakespeare >>













venerdì 22 aprile 2011

Senza Colpa


Ultimamente sono piuttosto scettica riguardo al mio modo di scrivere e d' "impostare" una trama, con la conseguenza che questi miei atroci dubbi mi impediscono di applicarmi nella stesura di racconti. Come una buona parte di voi lettori probabilmente ben sa, mi piace molto scrivere: è una delle poche attività che compio con reale passione e non perché mi ci trovo costretta (come esercitarmi in matematica per cercare di "acchiappare" un sei). Modificando un detto popolare ben conosciuto, giorni fa sono giunta a quest'affermazione:
<< In guerra, in amore e in poesia tutto è concesso >>, dove "poesia" deve essere interpretato in senso lato, come se fosse un sinonimo di "letteratura". Infatti, più leggo più mi convinco che ogni scrittore scrive ciò che gli pare. Sì, magari esagero. Invece è così. Ognuno può scrivere ciò che gli pare e piace, profilare una trama verosimile che però contenga ciò che l'autore vuole esprimere. Che può essere un messaggio più o meno chiaro o latente, un po' come Ungaretti quando scrisse "M'illumino d'immenso". Forse ciò che è più difficile è il "contorno". I personaggi secondari, di cui non se ne cura nessuno, sono anch'essi determinanti, poiché contribuiscono a rendere una storia verosimile e attuale. Sai che noia se una storia ruotasse solo intorno al protagonista? Bene, penso che in questo dovrei impegnarmi. Nel trovare personaggi secondari credibili, altrimenti i miei racconti sembra che siano solo delle fotografie e non dei film della vita di una persona.
Questo lungo excursus era solo una specie di sfogo contro me stessa, contro la mia presunzione di essere migliore degli altri e nello stesso tempo contro il mio essere eccessivamente critica nei miei stessi confronti.
Tornando all'argomento del post di oggi, proprio ieri ho finito di leggere un libro di Felice Cimatti, un autore che verrà a breve a scuola (o, almeno, spero che venga). Il romanzo si intitola "Senza colpa", definito un noir etologico in quanto tratta di John Sauvage, una sorta di "scienziato pazzo" che fa esperimenti sugli scimpanzé, animali molto vicini a noi uomini dal punto di vista fisico (e non solo). Una delle maggiori novità di questo giallo è l'ispettore Mark Soul, sincero e pragmatico, che non è un rinomato genio del crimine ma un semplice poliziotto, che ha a malapena un diploma della scuola secondaria di primo grado. Ciò contribuisce alla veridicità della storia e all'instaurazione di un rapporto molto più stretto con il lettore stesso. Tuttavia, questo romanzo contiene alcune pecche: in primo luogo, l'eccessiva concentrazione su pochi individui, con la conseguente mancanza di un vero e proprio "contorno" (particolari sulla vita di Soul o accenni su Catherine, inserzione di personaggi secondari che "confondano" il lettore, ecc.); in secondo luogo, esasperato utilizzo di dialoghi che non danno bene l'idea di dove l'ispettore operi.
Il noir si evolve in un modo piuttosto intuibile, con l'abbondanza di dialoghi intervallati dai pensieri di Soul, ma offre parecchi spunti di riflessione. Prima di tutto, quali sono i limiti della scienza? In cosa l'uomo è superiore a tutti gli altri esseri viventi, se divergenze troppo marcate non ce ne sono? Come direbbe Soul, noi abbiamo solo un po' di intelligenza in più che ci permette di far sì che siamo noi a chiudere in gabbia loro e non viceversa.

• Vacanze Pasquali




Vacanze pasquali. Valle a chiamare "vacanze". Una settimana di vai e vieni di ospiti, parenti e non, che ti cagano solo in occasione di ricorrenze religiose (ma forse sempre più pagane e mondanizzate). Che poi in questo Dio io non ci credo nemmeno. Al di là di questo, a casa invece di riposarmi dormo sempre più male. Mi sveglio e ho sempre più sonno, come se non avessi dormito per niente. Inoltre, ho un mal di testa terribile. Mi chiedo come abbia fatto a scrivere questo post e a preparare le domande da fare a Cimatti. Sembra che io abbia la testa altrove, cazzo. Gente che ti scrive perché vuole andare a confessarsi assieme a te, ma tu non metti piede in una chiesa da anni, s'è bevuta il cervello?! La Tim che non prende più, sembra che abbia problemi tecnici. Tua madre che ti manda a fare la spesa, amici che ti chiamano solo quando non hanno nessuno con cui stare o per farsi accompagnare a qualche festa, farsi aiutare in qualche materia. Che razza di festa è? Avrei troppi motivi per bestemmiare anche oggi, ma non lo faccio per pura discrezione. Comunque sia, fanculo tutti quanti! :D

venerdì 15 aprile 2011

Paure
Questo pomeriggio mi sento particolarmente di malumore. D'improvviso, mi rendo conto di quanto insensate e vuote siano queste giornate, trascorse senza nessuno con cui possa essere realmente me stessa. So quanto possano sembrare banali e controverse le mie affermazioni, ma la misera condizione in cui mi ritrovo non può non avere origine che da un simile malessere. E' come se mi trovassi faccia a faccia, per la prima volta dopo mesi, con le mie stesse paure. Paure, certo, paure! Paura che, nel momento in cui qualcuno mi conosca fino in fondo, trovi noiosa la mia compagnia e mi abbandoni. Forse questo è un timore nuovo, mai provato in precedenza. Sono sempre stata aborrita dall'abbandono, certo, ma non per quanto concerne l'amicizia. Ho sempre pensato unicamente all'amore, come rimedio di tutti i mali. Eppure non è un farmaco, i suoi effetti si affievoliscono con il tempo fino a sparire. Dunque, qual è il miglior rimedio ai miei problemi? Affrontarli. Allora dovrei guardarla in faccia, quella paura. Sfidarla. Dirle: << Ehilà, ma sai che io sono più forte di te? >>. Ma è difficile, mi sento come in una cella. Cammino a testa alta, tuttavia nessuno si degna di guardarmi come vorrei essere guardata, di abbracciarmi come vorrei essere abbracciata. O forse sono io che non faccio abbastanza per cambiare le cose, ma ho sofferto troppe volte. Non è mai capitato anche a voi di sentirvi impotenti di fronte al vostro tragico Destino? E' da un paio di giorni che piango, apparentemente senza alcun motivo. Semplicemente per la solitudine, per l'impotenza, per la voglia di cambiare, di scappare lontano.
Non riesco ad essere me stessa in questo mondo, ogni tanto me ne rendo conto, seppur con estremo dispiacere. Perfino questo spazio virtuale che ho creato per divertirmi, sfogarmi, mostrarmi, mi appare sempre più insensato. Credo che, nonostante i miei tentativi di animare la mia vita, essa sia di per sé vuota, priva di un qualcosa. Temo, allo stesso tempo, di affezionarmi troppo a ciò a cui non dovrei affezionarmi. Sento che sta succedendo di nuovo. Mi sto innamorando, forse, e della persona sbagliata. Ancora una volta! Non posso. Eppure, la sua mancanza mi rende inquieta, non riesco a far finta di nulla. Mi inginocchierei al suo cospetto e confesserei la mia colpa, se l'avessi dinnanzi. Ahimè, quante altre pene d'amore dovrò vivere? Quante altre volte sarò costretta a piangere a causa della mia ingenuità?



Al di là di questo aspetto irrilevante, ultimamente sembra che neanche i miei più fedeli amici mi ascoltino. Dunque, ho rinunciato a parlare con loro, anche perché mi proporrebbero soluzioni concrete ed io non conosco bene a fondo le origini di questa sofferenza periodica, dominata da paure astratte.
Cosa fare allora? Mi accontenterei di un lieto abbraccio virtuale da parte dei miei lettori!

 Buon Finesettimana,
Flavia Gordon.

lunedì 4 aprile 2011

La scuola è utile?

Sin dai primordi della nostra esistenza, gli adulti non fanno altro che ripeterci quanto sia importante la scuola. Come potremmo definirla? C'è chi la considera una prigione priva di sbarre, chi un luogo dove socializzare, chi un posto dove apprendere nuove nozioni e farle proprie. Vorrei trovare un unico attributo in grado di sintetizzare ciò che è la scuola, ma è impossibile. Volendo o non volendo, siamo tutti costretti ad andarvi. Ma spesso è davvero in grado di avviarci verso la strada giusta? E' in grado di fornire le risposte alle nostre innumerevoli domande? Si sente dire che i giovani sono disinteressati, dunque non studiano. Ma io sono dell'idea che la scuola contribuisca alla creazione dell'apatia. E, ahimè, sono una testimone di questo terribile avvenimento! Mi sento circondata da gente le cui menti sono state atrofizzate, il cui pensiero è stato immobilizzato dalla scuola. D'improvviso, sembra che vivano in un mondo unicamente scolastico. E gli aspetti rimanenti della vita, dove sono finiti? Nella mia classe non ho mai sentito parlare di politica, di musica, di sport. No. Ci si preoccupa delle interrogazioni della settimana seguente o si pensa all'imminente sabato, in cui non si trova nient'altro da fare che uscire. Non che io sia contraria, ma hanno senso queste uscite? Si gironzola per il paese e si parla di futilità, o si fa shopping. Appena cerco anche solo di introdurre un tema più ''adulto'', mi si liquida con poche parole. Allora mi chiedo: << Forse sono io ad essere troppo rigida? Sono io a pensare che uscire di sabato non sia una legge e che spesso si possa anche fare qualcosa di più utile? >>.
La scuola ha una finalità formativa, oltre che didattica? Sarebbe molto più bello se non fossimo ogni giorno impegnati fino a sera a studiare, così ognuno potrebbe coltivare le proprie passioni, o almeno scoprirle. Allora sì che tutto avrebbe più senso. Ognuno di noi sarebbe indirizzato verso la via del proprio futuro. Eppure non è così. Dunque, non è forse meglio che quest'istituzione si rinnovi?

Bella Notizia: Ho imparato a mettere le lenti a contatto *Gongola* Solo che i miei occhi sono piccolissimi >_< Comunque sia, volevo aggiungere che, nonostante gli impegni scolastici, nel tempo libero trovo sempre un po' di tempo per scrivere racconti o poesie. Ultimamente sto cercando di scrivere un noir, ma c'è Petrarca che mi aspetta.

lunedì 24 gennaio 2011

Anno nuovo. solita noia ._.

Un nuovo anno si apre, lasciando alle sue spalle un 2010 ricco di emozioni, colmo di un'acuta sofferenza d'amore ma anche di gioia, entusiasmo, beatitudine. E' stato un 2010 calmo e burrascoso, sofferto e folle. Un 2010 che volevo superare, perché la vita va avanti e io desidero vivere non nel passato, non nel futuro, ma nel presente. Sebbene io abbia i medesimi timori dello scorso anno, mi sento rinnovata. Sono convinta che qualcuno mi cambierà ancora, e in meglio.
Forse potrò ottenere la felicità che ho soltanto sfiorato con la punta delle dita. Sono una ragazza docile e sensibile, ho bisogno di protezione. Ma so proteggere le persone che amo. Con gli artigli. Con una lieve gelosia. Con un solido abbraccio. Questa sono io: una giovane donna sospesa fra il mondo reale e il mondo dei sogni. Sono felice di essere ciò che sono, nonostante i difetti, tuttavia non gradisco la maggior parte delle persone che mi circondano. Ritengo che non mi sia dato il giusto valore, ecco perchè spesso ho difficoltà a relazionarmi con i miei coetanei. Li trovo quasi tutti privi di interessi, di brio, di idee. Mi sento parte di una gioventù acida e disgraziata. Durante lo scorso finesettimana per ingannare il tempo ho letto un paio di manga, poi sono stata a telefono e sono uscita. Fra quelli che ho avuto modo di leggere in quei giorni, quello che mi ha colpito di più è stato senza dubbio Matsuri Special, il quale narra di Matsuri HAnyu, una studentessa delle superiori che ha due identità: di giorno quella di liceale, innamorata e distratta, e di sera quella di lottatrice di wrestling.