Benvenuti nel blog di Flavia Gordon, una ragazza bizzarra, perennemente legata ai suoi sogni. E' difficile descriverla, definirla a parole. In questo blog, però, lei si sfida. Sfida sé stessa a mostrare qualcosa di sé. Cosa aspetti ad entrare nel suo misterioso mondo?

venerdì 22 aprile 2011

Senza Colpa


Ultimamente sono piuttosto scettica riguardo al mio modo di scrivere e d' "impostare" una trama, con la conseguenza che questi miei atroci dubbi mi impediscono di applicarmi nella stesura di racconti. Come una buona parte di voi lettori probabilmente ben sa, mi piace molto scrivere: è una delle poche attività che compio con reale passione e non perché mi ci trovo costretta (come esercitarmi in matematica per cercare di "acchiappare" un sei). Modificando un detto popolare ben conosciuto, giorni fa sono giunta a quest'affermazione:
<< In guerra, in amore e in poesia tutto è concesso >>, dove "poesia" deve essere interpretato in senso lato, come se fosse un sinonimo di "letteratura". Infatti, più leggo più mi convinco che ogni scrittore scrive ciò che gli pare. Sì, magari esagero. Invece è così. Ognuno può scrivere ciò che gli pare e piace, profilare una trama verosimile che però contenga ciò che l'autore vuole esprimere. Che può essere un messaggio più o meno chiaro o latente, un po' come Ungaretti quando scrisse "M'illumino d'immenso". Forse ciò che è più difficile è il "contorno". I personaggi secondari, di cui non se ne cura nessuno, sono anch'essi determinanti, poiché contribuiscono a rendere una storia verosimile e attuale. Sai che noia se una storia ruotasse solo intorno al protagonista? Bene, penso che in questo dovrei impegnarmi. Nel trovare personaggi secondari credibili, altrimenti i miei racconti sembra che siano solo delle fotografie e non dei film della vita di una persona.
Questo lungo excursus era solo una specie di sfogo contro me stessa, contro la mia presunzione di essere migliore degli altri e nello stesso tempo contro il mio essere eccessivamente critica nei miei stessi confronti.
Tornando all'argomento del post di oggi, proprio ieri ho finito di leggere un libro di Felice Cimatti, un autore che verrà a breve a scuola (o, almeno, spero che venga). Il romanzo si intitola "Senza colpa", definito un noir etologico in quanto tratta di John Sauvage, una sorta di "scienziato pazzo" che fa esperimenti sugli scimpanzé, animali molto vicini a noi uomini dal punto di vista fisico (e non solo). Una delle maggiori novità di questo giallo è l'ispettore Mark Soul, sincero e pragmatico, che non è un rinomato genio del crimine ma un semplice poliziotto, che ha a malapena un diploma della scuola secondaria di primo grado. Ciò contribuisce alla veridicità della storia e all'instaurazione di un rapporto molto più stretto con il lettore stesso. Tuttavia, questo romanzo contiene alcune pecche: in primo luogo, l'eccessiva concentrazione su pochi individui, con la conseguente mancanza di un vero e proprio "contorno" (particolari sulla vita di Soul o accenni su Catherine, inserzione di personaggi secondari che "confondano" il lettore, ecc.); in secondo luogo, esasperato utilizzo di dialoghi che non danno bene l'idea di dove l'ispettore operi.
Il noir si evolve in un modo piuttosto intuibile, con l'abbondanza di dialoghi intervallati dai pensieri di Soul, ma offre parecchi spunti di riflessione. Prima di tutto, quali sono i limiti della scienza? In cosa l'uomo è superiore a tutti gli altri esseri viventi, se divergenze troppo marcate non ce ne sono? Come direbbe Soul, noi abbiamo solo un po' di intelligenza in più che ci permette di far sì che siamo noi a chiudere in gabbia loro e non viceversa.

• Vacanze Pasquali




Vacanze pasquali. Valle a chiamare "vacanze". Una settimana di vai e vieni di ospiti, parenti e non, che ti cagano solo in occasione di ricorrenze religiose (ma forse sempre più pagane e mondanizzate). Che poi in questo Dio io non ci credo nemmeno. Al di là di questo, a casa invece di riposarmi dormo sempre più male. Mi sveglio e ho sempre più sonno, come se non avessi dormito per niente. Inoltre, ho un mal di testa terribile. Mi chiedo come abbia fatto a scrivere questo post e a preparare le domande da fare a Cimatti. Sembra che io abbia la testa altrove, cazzo. Gente che ti scrive perché vuole andare a confessarsi assieme a te, ma tu non metti piede in una chiesa da anni, s'è bevuta il cervello?! La Tim che non prende più, sembra che abbia problemi tecnici. Tua madre che ti manda a fare la spesa, amici che ti chiamano solo quando non hanno nessuno con cui stare o per farsi accompagnare a qualche festa, farsi aiutare in qualche materia. Che razza di festa è? Avrei troppi motivi per bestemmiare anche oggi, ma non lo faccio per pura discrezione. Comunque sia, fanculo tutti quanti! :D

venerdì 15 aprile 2011

Paure
Questo pomeriggio mi sento particolarmente di malumore. D'improvviso, mi rendo conto di quanto insensate e vuote siano queste giornate, trascorse senza nessuno con cui possa essere realmente me stessa. So quanto possano sembrare banali e controverse le mie affermazioni, ma la misera condizione in cui mi ritrovo non può non avere origine che da un simile malessere. E' come se mi trovassi faccia a faccia, per la prima volta dopo mesi, con le mie stesse paure. Paure, certo, paure! Paura che, nel momento in cui qualcuno mi conosca fino in fondo, trovi noiosa la mia compagnia e mi abbandoni. Forse questo è un timore nuovo, mai provato in precedenza. Sono sempre stata aborrita dall'abbandono, certo, ma non per quanto concerne l'amicizia. Ho sempre pensato unicamente all'amore, come rimedio di tutti i mali. Eppure non è un farmaco, i suoi effetti si affievoliscono con il tempo fino a sparire. Dunque, qual è il miglior rimedio ai miei problemi? Affrontarli. Allora dovrei guardarla in faccia, quella paura. Sfidarla. Dirle: << Ehilà, ma sai che io sono più forte di te? >>. Ma è difficile, mi sento come in una cella. Cammino a testa alta, tuttavia nessuno si degna di guardarmi come vorrei essere guardata, di abbracciarmi come vorrei essere abbracciata. O forse sono io che non faccio abbastanza per cambiare le cose, ma ho sofferto troppe volte. Non è mai capitato anche a voi di sentirvi impotenti di fronte al vostro tragico Destino? E' da un paio di giorni che piango, apparentemente senza alcun motivo. Semplicemente per la solitudine, per l'impotenza, per la voglia di cambiare, di scappare lontano.
Non riesco ad essere me stessa in questo mondo, ogni tanto me ne rendo conto, seppur con estremo dispiacere. Perfino questo spazio virtuale che ho creato per divertirmi, sfogarmi, mostrarmi, mi appare sempre più insensato. Credo che, nonostante i miei tentativi di animare la mia vita, essa sia di per sé vuota, priva di un qualcosa. Temo, allo stesso tempo, di affezionarmi troppo a ciò a cui non dovrei affezionarmi. Sento che sta succedendo di nuovo. Mi sto innamorando, forse, e della persona sbagliata. Ancora una volta! Non posso. Eppure, la sua mancanza mi rende inquieta, non riesco a far finta di nulla. Mi inginocchierei al suo cospetto e confesserei la mia colpa, se l'avessi dinnanzi. Ahimè, quante altre pene d'amore dovrò vivere? Quante altre volte sarò costretta a piangere a causa della mia ingenuità?



Al di là di questo aspetto irrilevante, ultimamente sembra che neanche i miei più fedeli amici mi ascoltino. Dunque, ho rinunciato a parlare con loro, anche perché mi proporrebbero soluzioni concrete ed io non conosco bene a fondo le origini di questa sofferenza periodica, dominata da paure astratte.
Cosa fare allora? Mi accontenterei di un lieto abbraccio virtuale da parte dei miei lettori!

 Buon Finesettimana,
Flavia Gordon.

lunedì 4 aprile 2011

La scuola è utile?

Sin dai primordi della nostra esistenza, gli adulti non fanno altro che ripeterci quanto sia importante la scuola. Come potremmo definirla? C'è chi la considera una prigione priva di sbarre, chi un luogo dove socializzare, chi un posto dove apprendere nuove nozioni e farle proprie. Vorrei trovare un unico attributo in grado di sintetizzare ciò che è la scuola, ma è impossibile. Volendo o non volendo, siamo tutti costretti ad andarvi. Ma spesso è davvero in grado di avviarci verso la strada giusta? E' in grado di fornire le risposte alle nostre innumerevoli domande? Si sente dire che i giovani sono disinteressati, dunque non studiano. Ma io sono dell'idea che la scuola contribuisca alla creazione dell'apatia. E, ahimè, sono una testimone di questo terribile avvenimento! Mi sento circondata da gente le cui menti sono state atrofizzate, il cui pensiero è stato immobilizzato dalla scuola. D'improvviso, sembra che vivano in un mondo unicamente scolastico. E gli aspetti rimanenti della vita, dove sono finiti? Nella mia classe non ho mai sentito parlare di politica, di musica, di sport. No. Ci si preoccupa delle interrogazioni della settimana seguente o si pensa all'imminente sabato, in cui non si trova nient'altro da fare che uscire. Non che io sia contraria, ma hanno senso queste uscite? Si gironzola per il paese e si parla di futilità, o si fa shopping. Appena cerco anche solo di introdurre un tema più ''adulto'', mi si liquida con poche parole. Allora mi chiedo: << Forse sono io ad essere troppo rigida? Sono io a pensare che uscire di sabato non sia una legge e che spesso si possa anche fare qualcosa di più utile? >>.
La scuola ha una finalità formativa, oltre che didattica? Sarebbe molto più bello se non fossimo ogni giorno impegnati fino a sera a studiare, così ognuno potrebbe coltivare le proprie passioni, o almeno scoprirle. Allora sì che tutto avrebbe più senso. Ognuno di noi sarebbe indirizzato verso la via del proprio futuro. Eppure non è così. Dunque, non è forse meglio che quest'istituzione si rinnovi?

Bella Notizia: Ho imparato a mettere le lenti a contatto *Gongola* Solo che i miei occhi sono piccolissimi >_< Comunque sia, volevo aggiungere che, nonostante gli impegni scolastici, nel tempo libero trovo sempre un po' di tempo per scrivere racconti o poesie. Ultimamente sto cercando di scrivere un noir, ma c'è Petrarca che mi aspetta.