Benvenuti nel blog di Flavia Gordon, una ragazza bizzarra, perennemente legata ai suoi sogni. E' difficile descriverla, definirla a parole. In questo blog, però, lei si sfida. Sfida sé stessa a mostrare qualcosa di sé. Cosa aspetti ad entrare nel suo misterioso mondo?

mercoledì 6 luglio 2011

Finalmente viva. Ma a 18 anni.

Sono questi i momenti in cui mi ricordo di avere un blog. Uno spazio personale, uno spazio virtuale, uno spazio che non ho nella vita reale. Proprio per questo motivo mi trovo in questa realtà fasulla. Se andasse tutto bene, ma è illogico che tutto possa andar sempre bene nella vita, non starei qui. A parlare di me. Di ciò che mi piace e non mi piace. Di ciò che mi fa soffrire e non mi fa soffrire. In verità, la mia vita "reale" per così dire mi sta stretta. E proprio ora che sono le vacanze estive e un genitore che abbia un minimo di comprensione capirebbe che sua figlia vuole uscire, viaggiare, godersi un po' la vita... mi ritrovo a trascorrere giornate intere chiusa in casa. Oppure in questo paesino di merda. Con un paio di coglioni nelle orecchie che ripetono, come un ritornello ormai perpetrato nella memoria, "Quando hai 18 anni vai dove ti pare". Ma chiudete il becco. Tanto non m'illudo che quando avrò 18 anni cambierà qualcosa. Perché? Semplicemente perché i miei genitori vogliono tenermi al collare, come un cane da caccia che non sa reprimere la sua aggressività. Ma io mi sono rotta il cazzo, non voglio essere protetta da nessuno. Io sono io. Ho il diritto di vivere la mia vita, le mie esperienze. Fuori da questa casa. Perché la mia vita non è un fottuto paese semideserto abitato da semimbecilli, la mia vita è altro, è altrove e nello stesso tempo è qui. Le esperienze voglio scegliermele io. Un altro anno e un mese e potrò farlo, o almeno provarci, finalmente in grazia di Dio.
Aspetto con ansia i miei 18 anni. Solo allora potrò dire di essere una donna felice.





Questo era il mio pesciolino, si chiamava Leone. E' deceduto da poco, quindi voglio che tutti voi lettori mi facciate le condoglianze. Era tanto carino con quelle guanciotte paffute. Mi mancherà, sigh.





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