Benvenuti nel blog di Flavia Gordon, una ragazza bizzarra, perennemente legata ai suoi sogni. E' difficile descriverla, definirla a parole. In questo blog, però, lei si sfida. Sfida sé stessa a mostrare qualcosa di sé. Cosa aspetti ad entrare nel suo misterioso mondo?

martedì 12 luglio 2011

~ Iℓ divario che ci separa.

Sento un dolore inalienabile nel profondo del mio animo, come se qualcuno mi stesse strappando il cuore a morsi. Voracemente. Le braccia mi tremano, il nervosismo si fa sentire. Rifiuto qualsiasi aiuto; voglio star sola con il tuo ricordo. Eri dolce, come marmellata di fragole fra le dita. Eri imprevedibile come il mare terso con le sue onde. Eri semplicemente tu, una favola di cui rimembro semplicemente poche parole. Non riesco a comprendere il tuo cinico distacco e la mia ostinazione nell'inseguirti, come le nuvole inseguono il sole per privarlo della sua brillantezza. Ma io non voglio oscurare nulla di te: né le tue nivee gote, né il tuo sguardo bonario, né la bontà del tuo animo inquieto. Vorrei soltanto placare il tuo male di vivere. Darti amore e amore. Ora e ancora. Ancora per molto. Ti seguirò, ovunque tu vada. I'll go wherever you will go. Non ti lascerò mai appassire, mia fragile peonia bianca. Ti terrò fra le dita e sorriderò fra le lacrime che tu stessa mi provochi. Sorriderò nel dolore, perché non c'è nulla di peggiore che stare lontana da te.


Koishiteru.


Flavia.

mercoledì 6 luglio 2011

Finalmente viva. Ma a 18 anni.

Sono questi i momenti in cui mi ricordo di avere un blog. Uno spazio personale, uno spazio virtuale, uno spazio che non ho nella vita reale. Proprio per questo motivo mi trovo in questa realtà fasulla. Se andasse tutto bene, ma è illogico che tutto possa andar sempre bene nella vita, non starei qui. A parlare di me. Di ciò che mi piace e non mi piace. Di ciò che mi fa soffrire e non mi fa soffrire. In verità, la mia vita "reale" per così dire mi sta stretta. E proprio ora che sono le vacanze estive e un genitore che abbia un minimo di comprensione capirebbe che sua figlia vuole uscire, viaggiare, godersi un po' la vita... mi ritrovo a trascorrere giornate intere chiusa in casa. Oppure in questo paesino di merda. Con un paio di coglioni nelle orecchie che ripetono, come un ritornello ormai perpetrato nella memoria, "Quando hai 18 anni vai dove ti pare". Ma chiudete il becco. Tanto non m'illudo che quando avrò 18 anni cambierà qualcosa. Perché? Semplicemente perché i miei genitori vogliono tenermi al collare, come un cane da caccia che non sa reprimere la sua aggressività. Ma io mi sono rotta il cazzo, non voglio essere protetta da nessuno. Io sono io. Ho il diritto di vivere la mia vita, le mie esperienze. Fuori da questa casa. Perché la mia vita non è un fottuto paese semideserto abitato da semimbecilli, la mia vita è altro, è altrove e nello stesso tempo è qui. Le esperienze voglio scegliermele io. Un altro anno e un mese e potrò farlo, o almeno provarci, finalmente in grazia di Dio.
Aspetto con ansia i miei 18 anni. Solo allora potrò dire di essere una donna felice.





Questo era il mio pesciolino, si chiamava Leone. E' deceduto da poco, quindi voglio che tutti voi lettori mi facciate le condoglianze. Era tanto carino con quelle guanciotte paffute. Mi mancherà, sigh.





 Buon Compleanno Carmen! *__*

 


Ci sono cose che non si possono prevedere. Anzi, a dire il vero, nulla si può prevedere. Però, lo si sente. Quando qualcosa sta cambiando, intendo. Quando qualcosa inizia a prendere forma, a profilarsi nel proprio animo. All’inizio è difficile accorgersi che una persona sta diventando importante. E poi passa il tempo e ci si rende conto che la sua presenza è necessaria. Ed è proprio ciò che è successo fra me e te. All’inizio, ammetto che quando ci siamo conosciute ero in un periodo in cui volevo evitare a tutti i costi i rapporti con gli altri, o quantomeno ridurli quanto più possibile. Avevo paura di affezionarmi, di subire ulteriori delusioni. Forse all’epoca avevo un po’ più timore di quanto ne ho oggi. Però, c’è una cosa che ho capito: di tutte le persone che vanno e vengono dalla mia vita, poche ritornano. E’ vero che tu non te ne sei mai andata e credo che mai lo farai, ma anche se tu lo facessi, sono certa che ritorneresti. Non perché sono così speciale o indispensabile per te. O forse sì. Ma non è questo il punto. Torneresti perché mi vuoi bene e sai quanto sono solitaria, lunatica, pigra e perfino un po’ orgogliosa. Sai che cerco continuamente di proteggerti, di tenerti al mio fianco, anche se forse non ce n’è bisogno, perché c’è qualcosa di invisibile che ci lega: il filo rosso del Destino. Oggi è il tuo compleanno, ma non voglio farti nessuna sorpresa, nessun regalo. Lo troverei ridicolo, e sai perché? Perché se io lo facessi, ammetterei che sei più importante per me oggigiorno che tutti gli altri giorni in cui ci siamo parlate. Non voglio essere una di quelle persone che si ricorda di te solo il giorno del tuo compleanno. Tuttavia, se adesso ti sto scrivendo, c’è un motivo ben preciso: mi ritrovo immersa nei ricordi e proprio perché un tempo questo fu il giorno della tua nascita, non posso fare a meno di riflettere. Da quando sei entrata nella mia vita, penso di essere cambiata e in meglio. Mi hai resa più forte, in un certo senso, più consapevole di me stessa. Ho scoperto quanto l’affetto possa avvicinarsi all’amore… e di quanto, in fondo, io ti ami. Ti amo perché dire che ti voglio bene sarebbe troppo poco. E perché l’amicizia è una strana forma d’amore per me e sei stata tu a ricordarmelo. E’ stata una cosa che mi ha scossa, lo ammetto, non pensavo che questo legame potesse diventare così forte. Non ti lascerò mai, Carmen. Ti verrò a trovare un giorno, mia cara lucana. Ti stringerò forte tra le mie braccia e piangerò fra le tue. Sei una delle poche persone grazie alle quali oggi posso dire con fierezza che è bello vivere. E’ bello vivere Carmen, perché tu esisti. Non lasciarmi mai.

Tua Flavia.



 
P.S. Divertiti oggi X°°D Spacca il culo a tutti! *___*